El Gruppo Volkswagen Dieselgate, più che ledere l'immagine del conglomerato tedesco, sta danneggiando la vita di coloro che erano in azienda, occupando una posizione legata all'area coinvolta nello scandalo. È vero che potrebbero o non potrebbero sapere cosa sta succedendo lì (preferirebbero saperlo), ma non è meno vero che la dirigenza del consorzio se ne è lavata le mani e ha lasciato i suoi ora ex lavoratori nelle mani della giustizia.
Uno dei primi implicati ad essere condannato per il caso è il l'ex manager Oliver Schmidt. Quest'ultimo, per evitare un male maggiore e un'elevata somma di anni di carcere, decise di accettare un accordo giudiziario con il quale si dichiarava colpevole. Con esso, affronta a pena fino a sette anni di reclusione e una multa economica che sarà compreso tra 40mila e 400mila dollari. Tuttavia, prima che arrivi il verdetto del tribunale (lo arriverà questa settimana) ha deciso di inviare una lettera al giudice per spiegare come si sente.
Secondo la lettera a cui ha inviato Il giudice Sean Cox e che è stato pubblicato dal quotidiano tedesco Bild am Sonntag, Schmidt lo spiega
«Devo dirlo Mi sento maltrattato dalla mia stessa azienda nello scandalo Dieselgate"[...]"Col senno di poi, non avrei mai dovuto accettare di incontrare il dottor Ayala quel giorno» […] O meglio ancora, sarei dovuto andare a quella riunione e ignorare le istruzioni che mi erano state date e dì alla dottoressa Ayala che c'era un dispositivo di manipolazione sui veicoli diesel Volkswagen e barava da quasi un decennio. Non l'ho fatto ed è per questo che sono qui oggi".
Oliver Schmidt ha diretto il studio ambientale e di ingegneria del Gruppo Volkswagen con sede ad Auburn Hills (Michigan, USA) fino a febbraio 2015. Nella sua posizione, è stato incaricato di supervisionare le omologazioni delle emissioni dei modelli che il consorzio tedesco ha lanciato nel Paese americano. Per questo motivo, quando lo scandalo è stato scoperto è stato uno dei primi ad essere segnalato dall'azienda e le autorità in quanto responsabili o "informate" della situazione interna dell'azienda.
In questo modo, prima che la sua condanna sia resa pubblica, Schmidt rende pubblico al giudice e alla società in generale che la sua situazione giudiziaria è dovuta alla linee guida affidategli da un legale del Gruppo Volkswagen e il dottor Alberto Ayala, un alto dirigente del California Air Resources Board, non perché abbia commesso intenzionalmente un crimine, sentendosi usato dal consorzio tedesco.
Fonte - Bild am Sonntag